L’ASCOLTO E’ UN INVESTIMENTO!
Ho sempre investito nelle relazioni a scuola, all’università, al lavoro e nella vita di tutti i giorni. Non potendo contare sul denaro o su altre risorse materiali, ho cercato di dedicarmi alla raccolta di informazioni e alla realizzazione di mappe personali in cui collegare concetti, contenuti e contatti.
Da giovane imprenditore queste mappe concettuali sono la prima rendita che mi sono potuto permettere e tutt’ora, grazie all’ascolto, mi garantiscono una crescita professionale. Nel cap. 7 UN’ECOLOGIA DI RELAZIONI spiego come possiamo misurare il ritorno di questo investimento.
In cosa ci aiutano le relazioni?
In una società che vive al presente e in cui tutto pare avere una data di scadenza, le relazioni sono in grado di creare un ecosistema di scambi proiettato al futuro, la dimensione del tempo che più piace agli investitori. Una relazione cresce nel tempo, può generare fiducia nel prossimo e rispetto reciproco fino a giungere ad un rapporto che non ha prezzo sul mercato. Ma questa connessione ha bisogno di essere percepita, misurata e vissuta di persona. Davemport (2000) ci mette in guardia, sostenendo che ciò che otteniamo attraverso internet non può sostituire quanto avviene in una relazione umana. Infatti attraverso il web stiamo rischiando di ridurre le nostre connessioni a “conversioni”, limitando la condivisione e la comprensione di messaggi e significati.
Come ci aiuta l’ascolto?
Porsi in ascolto può aiutarci a stabilire un nuovo equilibrio nella gestione delle relazioni interpersonali e trasformarle in un patrimonio con molteplici benefici. In ambito commerciale questa strategia di ascolto si traduce in:
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riconoscimento del tempo dedicato all’incontro;
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restare in silenzio e fare domande;
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raccogliere informazioni.
In un’ottica professionale, uno dei primi investimenti da intraprendere è quello di circondarsi di fonti di informazioni attendibili, da poter ascoltare al bisogno. Così facendo si può diventare un punto di riferimento per i clienti (e non solo) che cercano in noi conferme e sostegno. Oggi la sfida più grande per le nostre società è quella di poter garantire a tutti un percorso di accesso alle informazioni e alla loro comprensione.
Come possiamo fare la differenza?
Alfonso Pascale, nel suo blog ci ricorda che la parola “cliente” significa “colui che ascolta i consigli”, dal vocabolo “cliens” (cliente) la cui radice è costituita dal verbo greco “klùo” (ascoltare, accettare i consigli). Addirittura il termine “cliente” deriva da una comune radice indoeuropea, śru (ś+ru), che in origine significava “stare vicino [ś] ad un rumore [ru]”.
Non ci resta che ascoltare il cliente per fare la differenza.
E per ricevere altri consigli, si può:
– seguire la matrioska di @ascoltareilcliente sui social network e nelle piattaforme di streaming;
– rispondere al quiz on-line QUANTO ASCOLTI I TUOI CLIENTI?
– leggere altri articoli blog nel sito web di Form-Action;
– acquistare il libro, disponibile su AMAZON.
Buon ascolto!